In scena fino al 15 maggio al Teatro Argot Studio di Roma
“In Russia il termine “non rieducabile” viene usato quando un avversario politico o qualcuno che la pensa diversamente da te non è disposto a scendere a compromessi, non è ragionevole o, più semplicemente, non è corruttibile”.
Donna non rieducabile è un intenso monologo teatrale, nato dalla penna diStefano Massini nel 2007, esattamente un anno dopo l’omicidio di Anna Politkovskaja, la giornalista russa che denunciò l’operato del governo Putin in Cecenia.
Il testo è stato rappresentato in molti teatri europei, è poi diventato un mediometraggio applaudito alla 66° Mostra del Cinema di Venezia e poi mandato in onda dalle reti RAI, interpretato da Ottavia Piccolo con la regia di Silvano Piccardi.
Gli articoli, i momenti della carriera e della vita pubblica della donna che osò condannare, mettendo nero su bianco, la gerarchia politica e militare russa sono raccolti e trasposti drammaturgicamente, come se lo spettatore li guardasse attraverso gli occhi della stessa Anna Politkovskaja.
In questa direzione va il lavoro di regia, essenziale e immediata, la scelta della messa in scena: il solo telaio di una porta, che cambia di funzione e di significato di volta in volta.
Anche le luci e le riproduzioni video contribuiscono a dare un taglio oggettivo, quasi documentaristico, alla pièce. La pala che ruota e scandisce il tempo, il suono delle gocce di sangue che cadono da teste mozzate si fanno prepotentemente reali e quasi danno la nausea nel piccolo spazio del Teatro Argot.
La perfetta riuscita di questo spettacolo, però, è dovuta anche e soprattutto all’interpretazione matura e di grande impatto di Elena Arvigo, che riesce ad essere fedele allo spirito della Politkovskaja.
Quasi cammina tra il pubblico, quando entra in scena con le buste della spesa, si siede e comincia a raccontare la storia della Cecenia: una storia di libertà.
Donna non rieducabile, però non è solo la storia di Anna Politkovskaja o una riflessione sulla libertà di stampa, è un testo sulla responsabilità di sapere, non solo giornalistica, ma anche personale.
Lo spettatore è investito da una certa consapevolezza, mosso nel profondo della coscienza e, seduto davanti al palco, è costretto a sapere, conoscere.
Donna non rieducabile non è solo un esempio di teatro civile, è molto di più.
Testo di Stefano Massini
Un progetto di e con Elena Arvigo
Luci e Video di Andrea Basti
Foto di Scena Damiano D-innocenzo
Produzione Teatro delle donne /centro di drammaturgia
Si ringrazia la collaborazione di Rosario Tedesco e la residenza presso gli spazi: Ex lavanderia e Rialto Sant’Ambrogio di Roma