Restare in vita anche dopo la morte. È questo che fanno le dive. E Sara Bernardt è immortale.
Il testo Memoir di John Murrell (l’adattamento teatraleè di Eric-Emmanuel Schmitt) “è un testo poetico e crepuscolare e un inno all’Arte”. La divinah Sarah racconta la grande attrice, ormai anziana, lontano dalle scene, nell’intimità del suo giardino. Con lei Pitou, il maggiordomo personale ingessato nel suo completo.
Come tutte le dive, anche la Voce d’oro, come veniva chiamata, è viziata, e non si rassegna a vivere tranquilla la vecchiaia. Vuole recitare, vuole ricordare, vuole vivere.
Scrivere le sue memorie serve proprio a raggiungere questo scopo: ricordarei momenti più belli e anche più dolorosi per riviverli. E il maggiordomo? Il povero Pitou è costretto a recitare con lei il copione della sua vita. Con un cappello interpreta la bellissima madre di Sarah Bernardt; con uno scialle in testa è la suora che l’ha vista crescere in collegio, e infine diventa il produttore che l’accompagna nelle lunghe tournée americane.
Ricordare il passato di Sarah Bernardt diventa anche il pretesto per conoscere l’attrice dalla personalità forte e bizzarra, all’ombra delle grandi luci, quando è più fragile e vulnerabile.
Il gioco di ruoli divertente a cui l’attrice costringe Pitou permette agli attori di entrare e uscire continuamente dai personaggi e creare situazioni comiche, dando una grande prova di attori.
Assomiglia a una seduta psicanalitica quella tra Sarah e Pitou, se non fosse che la paziente non ha intenzione di guarire, di perdere la sua volontà, la sua carriera, il suo passato. Perché è grazie al suo passato, alle sue stravaganze, al suo carattere se è diventata la divina Sarah.
Non accetta la malattia, non accetta la morte, anche se tutte le volte che “è morta” è stata indimenticabili: dalla Signora delle Camelie, a Cleopatra, alla Tosca.
La divina Sarah di Marco Carniti non prevede però un solo protagonista. Accanto alla bravissima Anna Bonaiuto, che ha interpretato perfettamente la diva francese, c’è Gianluigi Fogacci, il maggiordomo, che non è solo una spalla, ma un co-protagonista a tutti gli effetti. La Bonaiuto restituisce tutte le sfumature di Sarah, con la parrucca rossa e il bellissimo abito ( i costumi sono di Maria Filippi) si muove nella scarna scenografia di Francesco Scandale. Intelaiature bianche incorniciano la scena e un sole all’orizzonte sorge e tramonta, ricordando l’inesorabile passare del tempo.
Ma cos’è il sole, in fondo? Una grande stella che non muore, anche quando non la vediamo. Proprio come la stella Sarah Bernarst, l’immortale Sarah.
Dal testo di John Murrell Memoir
Versione francese di Eric-Emmanuel Schmitt
Traduzione italiana di Giacomo Bottino
Regia Marco Carniti
Con Anna Bonaiuto e Gianluigi Fogacci
Scene Francesco Scandale
Costumi Maria Filippi
Disegno luci: Marco Carniti
Musiche Paolo Daniele
Produzione Teatro e Società
Al Teatro India fino al 26 febbraio.