Andato in scena il 20 novembre 2015 al Teatro Brancaccio di Roma
Chi segue Giorgio Montanini dagli esordi a Satiriasi non poteva mancare all’appuntamento del Teatro Brancaccio. In data unica (venerdì 20 novembre) lo stand-up comedian si è esibito in uno dei teatri storici della capitale, con il suo quarto spettacolo Liberaci dal Bene.
Qui, come lo stesso Montanini premette, non deve rispondere a nessun editore, a differenza dei limiti imposti da un programma televisivo. E le logiche televisive Montanini le conosce bene, è il volto e la mente di Nemico Pubblico su Rai tre, ha partecipato a qualche copertina di Ballarò e con in gruppo di Satiriasi ha dato vita a Stand-up Comedy, in onda su Comedy Central di Sky
Liberaci dal Bene è catapultato senza filtri sugli spettatori che, inchiodati sulle poltrone rosse, sono investiti dalle sue parole. Non a caso, infatti, le luci della sala restano accese, in modo che il pubblico possa essere facilmente individuato dal comico e diventi, anche fin troppo spesso, bersaglio di battute volte a rafforzare il punto di vista dei suoi argomenti.
Il genere di comicità che Giorgio Montanini porta sul palco è la stand-up comedy, un microfono e un comico che affronta i temi cari alla satira: sesso, droga, religione e morte, vietata ai minori di diciotto anni. Ed è così che Montanini raggiunge il centro del palco: senza musiche, luci, scenografie. Solo un tavolino, su cui sono poggiati una bottiglietta di acqua e un bicchiere di whisky, un’asta e un microfono.
Che popolo è quello che acquista milioni di calendari di Mussolini e Padre Pio? Quali sono le differenze tra Wojtyla, Ratzinger e Papa Francesco? Siamo tutti Charlie Hebdo? Le proteste dei vegani sono sempre condivisibili? Perché l’omofobia è maschilista? Questi sono solo alcuni argomenti che il comico affronta, esasperandoli, con spietatezza e senza peli sulla lingua, mostrando un punto di vista originale e, spesso, condivisibile.
A seconda dei temi toccati, cambia la tensione, palpabile, che si crea tra il pubblico, il quale, toccato nel vivo, ride amaramente alle riflessioni di Montanini. Qualcuno, addirittura (evidentemente al Brancaccio per caso venerdì scorso), lascia il teatro, sconvolto, colpito o indignato.
Ad alcuni potrebbe sembrare che Montanini detti legge dal pulpito del Brancaccio, ma si sbaglia. Quello che lui porta sul palco è prima di tutto sé stesso, le sue esperienze, il suo disagio.
Una satira sempre controcorrente e mai in accordo con i poteri forti. Come spiega bene il comico, coloro che in Italia sbandierano il vessillo della satira, non possono definirsi tali almeno per due ragioni: fanno ridere grandi e bambini, il che è quasi impossibile, trattandosi di satira, perché “o tuo figlio è un genio, o tu sei ritardato”; i bersagli di questo tipo di satira, poi, ridono con loro, non ne sono colpiti. La satira, arte antica, deve essere inaccettabile.
Queste sono anche la ragione per cui uno spettacolo come Liberaci dal Bene non potrà mai andare in onda sui canali generalisti, ma vive, prende forza ed è possibile solo nei teatri, in cui un pubblico consapevole sceglie di andare a vederlo.
La serata al Brancaccio, segna un momento importante per la satira italiana e, considerato il successo e l’entusiasmo del pubblico, sicuramente sarà solo il primo di una lunga serie.