Quest’anno spetta a SabnaQƒ2 tenere il “Discorso celebrativo” nell’Italia del futuro.
Da principio emozionata, ma poi sempre più convinta di quanto questo discorso sia importante per le nuove generazioni, la donna del futuro racconta il periodo più nero della storia, così brutto da essere ricordato come “il secolo di merda”, anche se poi secolo non è. Il periodo a cui fa riferimento va dal 1990 al 2041, ma è stato così triste per la storia dell’umanità che sembra esser durato cent’anni. Per questo, ogni anno, è giusto ricordare quello che è successo ai “merdolani” (gli abitanti del secolo di merda) affinché la storia non si ripeta.
Nel monologo di quasi due ore, Sabina Guzzanti racconta i grandi mali della nostra epoca. Tutto inizia nel 1600 con il liberismo e il mercato libero colpevoli di aver prodotto le guerre più devastanti che il mondo abbia mai conosciuto. Il neoliberismo, poi, considerando qualsiasi ideologia anacronistica, di fatto si pone come unica ideologia possibile. Le conseguenze sono terribili. Negli anni le popolazioni, senza saperlo, sono state soggiogate da questa imponente e prepotente ideologia, si sono ritrovate di fatto senza alcuna identità, privi di qualsiasi senso critico e di giudizio. Attraverso analisi approfondite sui “merdolani”, SabnaQf2 spiega come quegli abitanti vivevano in condizioni di ignoranza e frustrazione che riversavano su “FB”, uno strumento gestito da un milionario su cui quegli abitanti, molti tra i quali poveri e sfruttati, trascorrevano molto tempo pensando di contare qualcosa. La televisione contribuiva a renderli completamente passivi, trasmettendo programmi demenziali. Anche la politica, che ripeteva con slogan e frasi fatte quello che il popolo voleva sentirsi dire, lo esponeva alla mercé di qualsiasi angheria.
Sabina Guzzanti, alterna situazioni comiche a momenti di pura riflessione. Dalle imitazioni dei politici (Meloni, Berlusconi, Mercegaglia) e le analisi delle abitudini sociali (facebook, what’s app, la televisione), spiega gli snodi fondamentali di alcuni momenti storici da dietro a un leggio, come se si trattasse di una lezione universitaria. I fatti sono narrati in modo preciso e distaccato, il che contribuisce a farceli vedere in tutta la loro triste verità.
Il pubblico assiste allo spettacolo, divertito da un lato, ma anche molto attento. Non è solo la satira politica e sociale a cui Sabina Guzzanti ci ha abituati con le sue perfette imitazioni, ma c’è anche il punto di vista dell’ inchiesta, che si ritrova nei suoi film.
La straordinaria bravura attoriale della Guzzanti in questo spettacolo è confermata. A teatro, forse più che in televisione, è possibile apprezzare di più le continue modulazioni e i cambiamenti di voce. Ma non solo. La Guzzanti si è confermata abile anche come autrice. È riuscita a creare un futuro verosimile, in cui si usano termini buffi (come, probabilmente, sarebbero risultati buffi ai nostri antenati i termini che sono entrati recentemente nel nostro vocabolario quotidiano), ed evoluto: il suo è un popolo di un’intelligenza superiore, che scongiura il pericolo per un involuzione della nostra specie.
La scenografia di Guido Fiorato nella sua essenzialità rimanda a uno scorcio di un futuro remoto. Nella stessa direzione sono state pensate le luci, fredde, con qualche supernova proiettata di tanto in tanto sulle due pareti.
Belle le musiche di Paolo Silvestri che accompagnano il monologo con discrezione ed eleganza.
Sabina Guzzanti, dunque, ritiene che, nonostante tutto, in qualche modo da questa situazione ne usciremo. Ma come ne verremo fuori? L’attrice propone di tornare ad essere semplicemente umani, pieni di forza, audacia, spirito critico e intraprendenza.
“Pensare è l’attività che più di tutte provoca sofferenza”, dice SabnaQƒ2, ma forse è anche l’unica capace di renderci veramente liberi.
di e con: Sabina Guzzanti
regia: Giorgio Gallione
musiche: Paolo Silvestri
scenografia: Guido Fiorato
Produzione: Secolo Superbo e Sciocco srl
in collaborazione con Fondazione Sipario Toscana onlus / La Città del Teatro
Dal 13 al 18 dicembre 2016
TEATRO VITTORIA/COOP. ATTORI & TECNICI, PIAZZA S. MARIA LIBERATRICE 10, 00153 ROMA
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