È come diceva Woody Allen? Bisognerebbe iniziare morendo, così il trauma è superato.
Riccardo Rossi decide di cominciare proprio con la morte il suo spettacolo sulla vita:That’s Life, questa è la vita!
Una lapide con la sua foto e l’epitaffio. Questa è la prima immagine che apre l’esilarante one man show del comico romano.
Un obiettivo audace, impegnativo, potrebbe sembrare finanche presuntuoso: spiegare che cos’è la vita.
Che cos’è la vita? Una risposta non c’è, o è diversa per ogni individuo. Ma per ogni fase della vita, ognuno di noi ha in comune qualcosa con gli altri. Da adolescenti seguivamo le mode e vestivamo tutti nella stessa maniera, i vent’anni “magari averli ancora”, i 40 “l’età più bella”, dopo i 50 si fanno i conti con gli esami clinici e i check up. E a 90? “Beato chi c’ha un occhio! E poi è finita”.
That’s Life, questa è la vita!, lo spettacolo di Riccardo Rossi scritto a quattro mani con Alberto Di Risio nasce dall’osservazione e la catalogazione morbosa del genere umano.
Un grande schermo nella parete di fondo supporta l’attore per tutta la durata dello spettacolo, prima con i titoli di testa, quasi si trattasse della visione di un film, poi con immagini e fotografie che rappresentano le diverse fasce d’età con cui Rossi ha schedato gli anni di vita.
Da 0 a 15 anni è il periodo dell’incoscienza, dai 16 ai 18 sono gli anni del liceo, costellati da amori distruttivi. Dai 19 ai 35, gli anni più belli, quelli della giovinezza., in cui giovani uomini e giovani donne corrono nella prateria della vita come cavalli bradi. Un monologo a parte per i 45 anni, considerati da Rossi lo spartiacque per un uomo. A 60 anni scopri la musica classica (“a me piace tanto Bach, mi rilassa”). I 70 anni sono gli anni del Rock, perché i settantenni hanno conosciuto il vero rock. Lo spettacolo si chiude con la festa dei 50 anni, in cui tutti si sentono giovani, nonostante gli acciacchi e i check up.
Il tutto è intervallato da brevi momenti musicali, una scelta di brani pertinenti, ma che mostra anche la cultura e la passione per la musica di Riccardo Rossi.
La vera differenza, in questo monologo la fa Riccardo Rossi, la sua ironia e la capacità di coinvolgere e trascinare il pubblico. Una comicità che ricorda quella di Walter Chiari, che non passa mai di moda.
Si ride di gusto e lo spettatore, di qualunque età, è sempre coinvolto e, anche se indirettamente, diventa parte dello spettacolo.
Uno show consigliato ad un pubblico dagli 0 ai 90 in su, divertimento assicurato.