“Dio lo ha punito e lo ha dato
In mano a una donna.”
(Giuditta, XVI,7)
Al teatro Ambra Jovinelli fino al 5 febbraio c’è la Venere in Pelliccia di David Ives, con Sabrina Impacciatore e Valter Malosti, che ha curato anche la regia.
L’adattamento teatrale di David Ives al celeberrimo romanzo dell’austriaco Leopold Von Sacher-Masoch risale al 2010 , quando debutta con successo a Broodway. Poi il regista Roman Polanski ne fa un film nel 2013 con Emmanuelle Seigner e Mathieu Amatric.
In una sera tempestosa, in un teatro vuoto e illuminato male, un regista si lamenta al telefono: non riesce a trovare un’attrice adatta per il ruolo Wanda von Duajew. Sta per uscire, quando una giovane donna sboccata irrompe e supplica un provino. Il regista cede alla sua insistenza e i due cominciano a recitare la Venere in pelliccia. I protagonisti e gli interpreti si alternano sul palco e ciò provoca, inevitabilmente, situazioni divertenti, grazie anche a battute esilaranti che irrompono d’improvviso nella scena recitata. La giovane donna, che si chiama proprio come la protagonista della pièce, Vanda, si dimostra da subito molto preparata, sensuale e impeccabile. Pagina dopo pagina, Vanda comincia ad allontanarsi dall’attrice sguaiata e diventa sempre più la Wanda voluttuosa descritta da Masoch, quella che il regista cerca. Il rapporto tra sottomesso e dominante si capovolge, fino a un completo scambio di ruoli.
La pièce di Ives è un esempio di metateatro e si carica di molteplici significati, di citazioni e spunti di riflessioni arguti e contrastanti. Cos’è davvero il romanzo di Masoch: un libretto porno sado-maso o una grande storia d’amore? È uno spettacolo “sessista? È passione o perversione? Chi domina chi? E chi vuole essere davvero dominato?
WANDA “Lui continua a dire che lei ha tutto questo potere su di lui. Ma è lui quello col potere, non lei. Più lui si sottomette, più potere ha su di lei. È strano.”
THOMAS “É complicato”
Come dice Thomas, è complicato.
Valter Malosti ha avuto il coraggio di portare in Italia la Venere in pelliccia, di fatto, uno spettacolo erotico, ma con risultati, purtroppo deludenti.
Cosa c’è di erotico nella Venere in pelliccia di Malosti? Niente, se si mette da parte la lingerie dell’Impacciatore.
Sabrina Impacciatore mostra un fisico invidiabile, fasciato dai bellissimi costumi di Massimo Cantini Perrini (premio David di Donatello nel 2016), ma non riesce mai ad entrare in contatto, in intimità con Valter Malosti, che resta del tutto indifferente al suo fascino. Quello che arriva al pubblico è un uomo che asseconda la donna per accondiscendenza, e non per un volere ancestrale. Il personaggio maschile si lascia bistrattare, ma assomiglia più a un uomo senza volontà, senza capacità decisionale, anziché una persona ben consapevole di quello che gli piace e di cosa vuole. Le battute comiche che costellano la prima parte dello spettacolo sono funzionali alla storia: servono a creare maggior impatto nello spettatore, quando poi di fronte avranno la vera Wanda. Qui invece, diventano centrali, sono enfatizzate e si dilungano troppo. Con queste premesse poco possono fare le alterazioni sonore del premio Ubu 2014 G.U.P. Alcaro , la bella scenografia di Nicolas Bovery che ha curato anche i sapienti effetti luce e le azzeccate scelte musicali di Richard Wagner. L’interpretazione di Malosti risulta oscurata dall’effervescenza e dalla presenza scenica di Sabrina Impacciatore, che dà una vera prova di attrice, alternando continuamente la ragazza svampita alla donna Vanda.
Quello che non convince è la regia. A una perfetta drammaturgia, così carica di messaggi e di input, manca il punto di vista del regista. Perché il testo, da solo, non fa una rappresentazione teatrale.
Quello che non doveva succedere, è accaduto: la Venere in Pelliccia di Valter Malosti assomiglia più a una commedia all’italiana che a uno spettacolo erotico. Il pubblico in sala ha riso fin troppo, ma non c’è da stupirsi. Ad eccezione di rari esempi, il teatro, il cinema e persino la letteratura erotica in Italia non sono mai stati fomentati e il pubblico dunque non è stato educato a questo genere. Diventa dunque difficile provare a fare un lavoro in questo senso, ma è giunto anche il momento che qualcuno cominci a farlo.
Presentato da Pierfrancesco Pisani, Parmaconcerti e Teatro di Dioniso, in collaborazione con Infinito srl e Fondazione Teatro della Fortuna di Fano/AMAT | |
Con Sabrina Impacciatore, Valter Malosti | |
Regia Valter Malosti | |
di David Ives traduzione di Masolino D’Amico |
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Progetto sonoro G.U.P. Alcaro | |
Costumi Massimo Cantini Parrini
Foto di Fabio Lovino
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